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Nel 1971 Carlo Gubitosi aveva 18 anni e una grande passione per il cinema.
Nel suo paese d’origine, Giffoni Valle Piana, organizzò la prima edizione del Festival del Cinema per ragazzi. La piccola manifestazione estiva locale divenne presto un evento regionale, poi nazionale, grazie a passione e tenacia. Approdato da qualche anno nei circuiti internazionali del cinema, il GFF (Giffoni Film Festival) si conferma leader mondiale del cinema per ragazzi, al quale la stampa specializzata dà una straordinaria attenzione. Il risultato è la presenza di migliaia di persone ogni anno, richiamate dai grandi nomi in cartellone, fra i quali gli idoli d’oltreoceano dei giovanissimi.
Protagonisti della manifestazione sono i ragazzi. Ospitati dalle famiglie residenti, i giovanissimi giurati, selezionati tramite un bando internazionale, provengono da ogni parte del mondo. Visionano i film in anteprima, ne discutono con registi, autori e interpreti, si confrontano con i personaggi del mondo della cultura e delle istituzioni. Giudicano le pellicole imparando «a diventare buoni critici e grandi spettatori» (cit. Alessandro Gassmann).
Nel 1982 il regista francese François Truffaut scrisse «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario».
Ogni edizione ha un tema. Quest’anno è stato Forever Young ed effettivamente, l’atmosfera creata dalle migliaia di ragazzi e dall’incontro di colori, di lingue e culture diverse, era colma di freschezza. Fra la gioia incontenibile di chi, fortunato, conquistava l’ambito autografo o lo scatto con il proprio mito, e le lacrime dei delusi per l’attimo sfuggito. Tutti comunque pronti a lanciarsi verso la prossima passerella vip. Gli ospiti, in verità i personaggi italiani più dei nomi internazionali, si sono concessi con generosità. L’attore partenopeo Alessandro Siani, ad esempio. Da lui una battuta dopo l’altra, fotografie e tanti, tantissimi autografi.
Non sono mancati anche confronti su temi importanti. Con Alessandro Gassmann i ragazzi hanno parlato del valore della famiglia e dello stato di salute del cinema, sul quale l’Italia investe pochissimo benché, come ha sostenuto l’attore, possa «sconfiggere il razzismo, fare informazione, raccontare gli orrori del genere umano». Gassmann ha conquistato i giovani descrivendo l’importanza del cinema d’autore attraverso il racconto generoso di un tormento personale: «ho difficoltà a guardare ‘The Schindler’s List’ ma mi forzo di farlo per ricordare. Mio padre ha vissuto con la paura di essere deportato, vorrei che quel ricordo restasse indelebile».
Al Festival di Giffoni si è parlato anche del terremoto dell’Aquila, grazie al cortometraggio estratto dal docufilm L’Aquila A.D.2009, vincitore del premio Audience Awards per essere stato il più votato in rete. Realizzato dagli alunni della scuola media di Pizzoli e Cagnano, con la regia della professoressa Paola Trivelloni e il coordinamento delle docenti Vera Prete e Rosetta Mele, è stato accolto dall’ovazione degli ottocento giurati della categoria, e la delegazione di alunni presente al Festival ha rilasciato numerose interviste radiotelevisive.
Qualche dato, relativo all’edizione 2013 appena conclusa, può rendere l’idea della portata della manifestazione:
200.000 le presenze negli 11 giorni della manifestazione, dal 18 al 28 luglio;
3.300 i giurati, di età comprese fra i 3 e i 22 anni, provenienti da 42 Nazioni e da 160 città italiane;
100.000 gli spettatori che hanno assistito alle anteprime e agli eventi speciali;
5.000 le persone a caccia di autografi ogni giorno;
70.000 le presenze ai 200 spettacoli collaterali di intrattenimento teatrale, musicale ed espositivo.
Il Giffoni Village è stato visitato giornalmente da 3.000 avventori occasionali.
Formidabile è stato il riverbero sulla stampa. I media hanno fornito la totale copertura degli eventi attraverso:
15.000 articoli su 3.500 siti web italiani e internazionali;
30 lanci quotidiani sulle agenzie internazionali;
15 dirette radiofoniche quotidiane su scala nazionale.
Erano 40 le televisioni nazionali e internazionali accreditate e 80 i fotoreporter provenienti da 50 Paesi.
Ed ancora:
milioni sono stati gli accessi agli streaming quotidiani;
30 i servizi nei telegiornali nazionali delle reti Rai;
Mediaset ha dedicato 30 giorni di programmazione con spazi dedicati;
Sky ha realizzato speciali, interviste, approfondimenti, servizi e una ricca programmazione cinematografica.
Rispetto agli anni precedenti, balzo in avanti anche sui social network. La pagina Facebook del GFF ha avuto un incremento del 200% di fan mentre Twitter ha registrato un più 600% di followers.
Stando al report dei contatti in streaming, l’evento di luglio è secondo in Italia solo alla finale di Italia-Spagna nei Campionati Europei di calcio 2012.
Il Giffoni Film Festival non è più soltanto l’evento estivo della valle picentina. Il Gex (Giffoni Experience) di cui il Film Festival di luglio è il cuore pulsante, è ormai una realtà strutturata. Ha una sede, dà lavoro sia stabile sia stagionale a numerosi giovani, organizza occasioni ed esperienze, anche formative, lungo il corso dell’intero anno. Ha prodotto 150 tesi di laurea e mantiene rapporti costanti con 7mila scuole in Italia e con le Università.
Evolve grazie a progetti ambiziosi, ai sogni. E con esso evolve il territorio. Nella conferenza stampa di chiusura, l’ideatore e direttore artistico del Festival Claudio Gubitosi, ha tenuto a ringraziare la Regione Campania la quale, «in un momento economico difficile ha dato il suo contributo. […] Abbiamo appurato» ha continuato Gubitosi, «che la ricaduta economica sul territorio apportata dal Festival, è pari a 14milioni di euro». Restituisce dunque fino a quattro volte i finanziamenti pubblici ricevuti. Ma i progetti non si fermano e volano oltre l’oggi già eccezionale. Il direttore artistico lancia la sua creatura ancora più in alto, sostenendo che «dopo 43 anni Giffoni non è ancora nata. È ancora in costruzione. Alla Regione vorrei ricordare l’importanza di mettere la prima pietra per il Giffoni Multimedia Valley», annunciando già da settembre «un nuovo start-up con l’obiettivo di mettere sul mercato i giovani talenti del nostro Festival».
Grandi progetti per il piccolo comune¹ della Campania, il cui Sindaco, rendendo nota «la nascita della Cineteca Regionale e della Fondazione Giffoni», ha parlato dei sogni che Comune e Festival portano avanti da anni, in collaborazione e continuità amministrativa.
L’impegno corale ha reso il Giffoni Experience un progetto complesso di arte, cultura e formazione. Nel vasto territorio coinvolto è nato un nuovo slancio identitario, robusto benché non ereditato anzi, inventato da un diciottenne, oggi ragazzo sessantenne.
È diventato un modello di sviluppo sociale ed economico. Il Comune di Giffoni Valle Piana, grazie al richiamo internazionale del Gex, nel solo ultimo decennio, ha ricevuto finanziamenti per cento milioni di euro spesi in infrastrutture e servizi. Redditi e benessere sono in continua crescita. Si percepisce anche soltanto osservando il ricco centro abitato. Dal 1971 (prima edizione), nei sei comuni picentini direttamente interessati alle ricadute economiche del Festival, la popolazione residente è aumentata di diverse migliaia di unità¹, le attività commerciali e turistiche si sono moltiplicate, incrociandosi con la tradizione enogastronomica locale e persino con la rete turistica della costiera amalfitana.
Riflessioni. Le riflessioni sono essenzialmente due. La prima deriva dal constatare, e confermare, che i giovani, se davvero vogliono, sono capaci di cambiare il destino di un territorio, assecondando le proprie passioni e mordendo con determinazione le difficoltà e le inevitabili resistenze. La seconda riflessione dice che si può fare. Un territorio può reinventare se stesso, riprogettando il futuro su nuovi presupposti. Giffoni ne è un esempio. Lo dicono i dati economici documentati e lo testimoniano gli abitanti del circondario.
Inevitabile, per me, il parallelo con la mia terra aquilana. Ricca di storia, cultura e tradizioni, dimostra purtroppo scarsa memoria e insufficiente determinazione. Eppure, contrariamente a Giffoni, ha un substrato importante dal quale ripartire.
L’Aquila è la città della bellezza, della musica, del teatro, del cinema, dei musei e delle arti. Nelle sue strade, ancora oggi fra i cantieri in zona rossa, si formano e si esibiscono attori, musicisti, ballerini e artisti di strada. È città universitaria e della ricerca. L’Aquila è la città dell’indulgenza plenaria annuale, donata da papa Celestino V nel 1294. È la terra del Gran Sasso, la cima più alta dell’Appennino, rifugio di pace scelto da Papa Giovanni Paolo II. È la terra dei monti, dei laghi, dei Parchi naturali e della buona tavola. L’Aquila è la capitale istituzionale e culturale della Regione Abruzzo.
Sciaguratamente, le istituzioni regionali fingono di non sapere e la città sembra non esserne consapevole. È una città con tanti guai. Deve ricostruire le case e il tessuto sociale ma, principalmente, deve ritrovare l’orgoglio verso se stessa e pretendere classi dirigenti lungimiranti e coraggiose, per costruire il nuovo sui solidi capisaldi del passato.
¹ Giffoni Valle Piana nel 1971 aveva 8.500 residenti, 7 bar e 4 ristoranti. Nel 2013 sono registrati 12.131 abitanti, 41 bar, 33 ristoranti e 18 strutture B&B. Nei sei comuni picentini direttamente interessati alle ricadute economiche del Giffoni Experience si contano 72.228 abitanti, 143 ristoranti, 64 fra Agriturismi e B&B. In totale sono disponibili 1.032 posti letto, insufficienti a soddisfare le richieste nei mesi di Luglio (Giffoni Film Festival) e Agosto (Giffoni Teatro), tanto che le prenotazioni arrivano fino a Salerno e dintorni.